CIVITAVECCHIA

Riqualificazione area ex Italcementi

Piani urbani integrati

L’intervento Piani urbani integrati è dedicato alle periferie delle Città Metropolitane e prevede una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il Comune “principale” ed i Comuni limitrofi più piccoli con l’obiettivo di ricucire tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità.

Gli interventi potranno anche avvalersi della co-progettazione con il Terzo settore ai sensi dell’art. 55 decreto legislativo 3 luglio 2017 n.117 (Codice del Terzo settore, a norma dell’art.1, comma2, lettera b) legge 6 giugno 2016, n.106) e la partecipazione di investimenti privati nella misura fino al 30 per cento. Obiettivo primario è recuperare spazi urbani e aree già esistenti allo scopo di migliorare la qualità della vita promuovendo processi di partecipazione sociale e imprenditoriale. I progetti dovranno restituire alle comunità una identità attraverso la promozione di attività sociali, culturali ed economiche con particolare attenzione agli aspetti ambientali.

Ristrutturare gli edifici pubblici e riqualificare le aree degradate per dare una nuova vita alle città

Qual è l’obiettivo dell’investimento?

Fornire ai Comuni con più di 15.000 abitanti i contributi necessari per investire nella rigenerazione urbana e ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, per migliorare la qualità del decoro urbano e il contesto ambientale. 

Dettagli aggiuntivi

L’investimento può riguardare diverse tipologie di azione, quali:

  • manutenzione per il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse, compresa la demolizione di opere abusive eseguite da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruzione e la sistemazione delle aree di pertinenza
  • miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici, o alla promozione di attività culturali e sportive
  • interventi per la mobilità sostenibile.

Dalla firma sullo storico accordo procedimentale Fiumaretta-Italcementi, abbiamo continuato a lavorare e siamo giunti fin qui. L’importanza di una operazione del genere impone non soltanto corretta informazione e trasparenza, ma anche partecipazione.

Perciò da oggi il piano delle attività per la riqualificazione dell’area comunale interessata è a disposizione dei cittadini, per la consultazione ma anche per osservazioni, suggerimenti e idee.

La Civitavecchia del futuro? Disegniamola insieme.

Il Sindaco Ernesto Tedesco

LA NUOVA VISIONE DELLO SVILUPPO DI CIVITAVECCHIA MASTERPLAN PARTECIPATO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA INDUSTRIALE DISMESSA “EX ITALCEMENTI

Confronto con la cittadinanza sulla definizione delle attività programmatiche generali dello sviluppo di Civitavecchia.

La programmazione dello sviluppo definita a Civitavecchia si inserisce all’interno di una vision unitaria e sistemica dell’Amministrazione Comunale che, nell’ambito della riqualificazione urbana del territorio, ha individuato gli interventi prioritari che consentiranno a Civitavecchia di porsi quale città portuale all’avanguardia a livello europeo nel prossimo futuro.

Con la Delibera di C.C. n. 18 del 20 marzo 2023, l’Ente ha individuato e perimetrato l’area “Ex Italcementi” quale ambito di trasformazione del territorio e oggetto dell’intervento di rigenerazione urbana e di realizzazione della nuova infrastruttura strategica di collegamento tra il Porto e il casello autostradale Civitavecchia-Nord.

Dopo i molteplici tentativi che si sono susseguiti nel tempo, l’Amministrazione Comunale di Civitavecchia oggi avvia la restituzione alla cittadinanza di un’ampia porzione di territorio nel cuore del centro urbano. Data la rilevanza di tale programmazione strategica, il Comune, con la collaborazione istituzionale con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi Roma Tre e con la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma La Sapienza ha definito gli indirizzi per individuare le funzioni più congeniali allo sviluppo di quest’area.

Al fine di valorizzare le principali vocazioni della città attuali e future, l’adeguata distribuzione dei servizi e delle infrastrutture, il miglioramento della accessibilità alle aree coinvolte, avendo l’obiettivo raggiungere un sistema di compatibilità ambientale, sociale ed economica delle trasformazioni potenziali delle aree dell’ex Cementificio Italcementi, è stato quindi elaborato lo studio “Valutazione di fattibilità per la redazione delle disposizioni strutturali e degli indirizzi per la “Riqualificazione delle aree dismesse all’interno del sistema portuale e in particolare per l’area ex Italcementi” che costituisce la base per il confronto e la successiva elaborazione del Masterplan e delle relative progettazioni per la Riqualificazione dell’area industriale dismessa Ex Italcementi a Civitavecchia.

Il processo partecipato si svolge attraverso le seguenti fasi:

1) FASE PRELIMINARE – informazione e coinvolgimento degli stakeholders
2) FASE PARTECIPATIVA – consultazione pubblica per la raccolta delle proposte
3) FASE CONCLUSIVA – elaborazione del Masterplan e definizione progetti

UN PARCO PER IL PORTO

Valutazione di fattibilità per la redazione delle disposizioni strutturali e degli indirizzi per la “Riqualificazione delle aree dismesse all’intorno del sistema portuale e in particolare per l’area ex Italcementi”.

Comune di Civitavecchia

Il Sindaco, ERNESTO TEDESCO
Delegato, ROBERTO D’OTTAVIO
Advisor ASP Finance SpA
Ing. Giulio Iorio
Dott. Francesco Battista

Università degli studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura
Direttore: prof. Giovanni Longobardi
Coordinatore responsabile ricerca: prof. Luca Montuori
Valutazioni economiche: prof. Fabrizio Finucci
Relazioni Urbanistiche: prof.ssa Lucia Nucci
Progettazione Ambientale: prof.ssa Laura Calcagnini
Progettazione Architettonica: prof.ssa Maria Pone
Collaboratori alla ricerca:
arch. Phd. Giulia Bassi
Phd student, Antonella Masanotti
Phd student, Luca Trulli
arch. Livia Lozzi
arch. Daniele Mazzoni

La Sapienza Università di Roma, Facoltà di Architettura
Preside: prof. Orazio Carpenzano
Coordinatore responsabile ricerca: prof. Alfonso Giancotti
Progettazione paesaggistica: prof. Fabio Di Carlo
Analisi sullo stato di fatto e storia del compendio: prof. Edoardo Currà

Collaboratori alla ricerca
arch. Phd Claudia Ricciardi
Phd student, Roberta Manno
arch. Marco Tanzilli

UN PARCO PER IL PORTO RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA EX ITALCEMENTI, CIVITAVECCHIA

IL SISTEMA METROPOLITANO

“Fermo restando il peso e le potenzialità di Roma, il futuro dell’Italia Centrale passa in primo luogo per la adozione di una visione che inverte il rapporto di forza attuale tra le Amministrazioni Regionali e la rete, forte e fitta, delle città medie di quest’area. Questa rete non va inventata, esiste. L’Istat la propone ogni volta che descrive i flussi quotidiani di cose e persone o la geografia dei ‘sistemi locali del lavoro’. Questa rete non ricalca i confini delle Regioni, ma le connessioni tra le città”1.

Vengono qui presentati i risultati di una ricerca sul tema della rigenerazione urbana connessa alla riqualificazione dei siti industriali dismessi nel Comune di Civitavecchia con particolare riguardo al recupero delle aree limitrofe al sistema portuale. La ricerca, curata dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre (responsabile scientifico prof. Luca Montuori), e e dalla Facoltà di Architettura (La Sapienza Università di Roma), ha avuto come esito la elaborazione di proposte schematiche che permettano di valutare la fattibilità per la redazione delle disposizioni strutturali e degli indirizzi per la “Riqualificazione delle aree dismesse all’intorno del sistema portuale e in particolare per l’area ex Italcementi”.
Le attività hanno riguardato una fase di analisi dello stato attuale delle preesistenze nelle aree indicate dalla convenzione, il sistema delle relazioni con le aree limitrofe e gli impatti di area vasta. Sono riportate quindi in questa relazione le valutazioni strategiche per la riconnessione del sistema ex industriale con il centro storico, per la qualità del sistema territoriale, per la creazione di condizioni più favorevoli all’attuazione degli investimenti imprenditoriali al fine di valorizzare le principali vocazioni della città attuali e future, l’adeguata distribuzione dei servizi e delle infrastrutture, il miglioramento della accessibilità alle aree coinvolte. Obiettivo di questo studio è la individuazione di un quadro di compatibilità ambientale, sociale ed economica delle trasformazioni potenziali delle aree dell’ex Cementificio Italcementi di Civitavecchia e contiene le prime indicazioni utili a indirizzare le trasformazioni strategiche comportanti effetti di lunga durata in un quadro di salvaguardia e valorizzazione delle qualità ambientali, culturali e sociali del territorio, la
riqualificazione del quadrante urbanistico comprensivo delle connessioni con l’area portuale, il recupero del patrimonio edilizio, culturale, infrastrutturale, insediativo, ambientale.
Il programma strategico individua le linee per la definizione delle invarianti strutturali indicando gli spazi di densificazione o rarefazione dei sistemi territoriali (polarità, margini e perimetri di rigenerazione) e gli elementi della continuità delle reti ecologiche e ambientali (puntuali, lineari e territoriali); organizza le connessioni necessarie a garantire l’accessibilità agli spazi e le infrastrutture degli spostamenti di mobilità dolce (pedonali, ciclabili o di trasporto pubblico) collegati alla pianificazione della mobilità sostenibile del Comune. Lo strumento individuato ha al momento valore di indirizzo senza alcuna prescrizione di valore normativo e di vincolo nella trasformazione del territorio ma propone disposizioni strutturali finalizzate a delineare gli indirizzi dell’assetto del territorio comunale e ad indicare le trasformazioni strategiche comportanti effetti di lunga durata. Recepisce le indicazioni generali della Amministrazione Comunale in materia di indirizzi per il miglioramento dei telati infrastrutturali, definisce inoltre le indicazioni utili a: ricostruire i corridoi ambientali ed ecologici e le potenziali connessioni paesaggistiche, a recuperare i tessuti urbani degradati migliorando la qualità delle connessioni e degli
spazi pubblici nonché proponendo percorsi di rigenerazione urbana; a limitare il consumo di suolo e a tutelare l’identità culturale dei luoghi e del territorio sulla base della ricognizione della vicenda storica che ha portato all’attuale configurazione dell’area.

Nelle successive stesure gli approfondimenti dello strumento urbanistico e il sistema delle norme si dovranno configurare come una variante agli attuali strumenti urbanistici. Lo strumento migliore per il perseguimento degli obiettivi generali, o gli strumenti (Accordo di Programma ex art. 34 del TUEL, art. 2 della LR 7/2017 o altro), dovrà essere individuato in accordo con l’Amministrazione Comunale e dovrà recepire le prescrizioni e i vincoli discendenti dalla legislazione vigente e dal necessario confronto con gli organi sovraordinati che un piano di tale valenza strategica impone.

1 Luca Diotallevi, La questione dell’Italia Centrale come questione europea e le opportunità del Recovery Plan, disponibile on line: https://www.agenziaumbriaricerche.it/focus/le-questione-dellitalia-centrale-come-questione-europea-e-le-opportunita- del-recovery-plan/.

IL PORTO COME HUB STRATEGICO TERRITORIALE

Negli ultimi anni si registra la crescita dei traffici marittimi, anche con importanti dinamiche post-pandemiche con la conferma della tendenza che vede il Mediterraneo come area di forte competizione portuale e capacità attrattiva (al 2° trimestre 2022, l’indice dell’UNCTAD, Port Liner Shipping Connectivity Index dei porti Med è aumentato di circa 20 punti dal 2006).

Le attuali ricerche e analisi confermano come il successo di un porto marittimo non dipenda più dai suoi tradizionali punti di forza intrinseci, ma anche dalla sua capacità di integrare efficacemente lo sviluppo del suo entroterra nelle relazioni territoriali, commerciali e nelle catene di approvvigionamento. I porti del Mediterraneo, e quelli del sistema laziale in particolare, possono diventare competitivi se vengono avviati e sostenuti specifici processi di “regionalizzazione”. Il punto chiave di questa strategia è il coinvolgimento dell’entroterra e del sistema logistico (integrazione della logistica e dei trasporti, ferrovie, centri di distribuzione) e del trasporto delle persone (offerta turistica, servizi ai viaggiatori, integrazione con i sistemi urbani regionali, servizi allo sviluppo e a supporto di nuove funzioni).

Tutti questi elementi sono fondamentali per ampliare il terreno degli investimenti per lo sviluppo dalle prestazioni dei porti alle prestazioni dell’intero sistema di relazioni porto-hinterland.

Nel Lazio è in corso un insieme di attività di ristrutturazione delle attività dei tre porti del network laziale, potrà svolgere un ruolo fondamentale anche gli indirizzi varati per la semplificazione delle attività amministrative connesse allo sviluppo dei porti, per l’attrazione di nuovi investimenti, sviluppando attività connesse al sistema portuale e che contribuiscano allo sviluppo della blue economy e della economia circolare. Questa opportunità deve essere indirizzata averso la creazione di nuove sinergie tra il porto e l’area retroportuale anche per quanto riguarda il settore crocieristico, di cui il porto di Civitavecchia è leader sia in Italia che, insieme a Barcellona, nel Mediterraneo; settore che, secondo le previsioni, continuerà a crescere anche nei prossimi anni.

Fondamentale, quindi, che i porti del Network laziale raccolgano queste nuove sfide adeguandosi non solo con infrastrutture idonee ad accogliere navi di grandi dimensioni, nuovi terminal e avendo un’attenzione particolare all’ambiente ma anche attraverso una maggiore offerta di servizi di trasporto sia lato merci che lato passeggeri.

Per questi motivi il recupero delle aree urbane all’interno delle aree portuali, lo sviluppo in chiave sostenibile dei porti stessi e la ricostruzione delle connessioni urbane e metropolitane rappresentano uno degli obiettivi prioritari di sviluppo dell’intero settore mediterraneo.

In particolare l’inserimento del porto di Civitavecchia nel sistema integrato dell’Unione europea per il trasporto di merci e passeggeri nella rete transeuropea di trasporto (Ten-T) rappresenta in questo sistema un dato di particolare rilievo che necessita un approfondimento strategico finalizzato alla riconfigurazione del sistema delle infrastrutture, delle relazioni metropolitane e interregionali, del recupero delle aree industriali dismesse al fine di individuare nuovi indirizzi di politiche territoriali.

La rete Ten-T è una rete europea di ferrovie, vie navigabili interne, rotte marittime e strade. Collega 424 grandi città con porti, aeroporti e terminal ferroviari. La Ten-T opera sulla programmazione strategica finalizzata a ridurre i tempi di percorrenza e i collegamenti tra le città della rete affrontando i temi dei collegamenti mancanti e della modernizzazione dell’intera rete ferroviaria, l’implementazione dei terminal di trasbordo, il potenziamento della logistica e della capacità di movimentazione nei terminal merci. Per garantire che la pianificazione delle infrastrutture soddisfi le reali esigenze operative, vengono creati nove “corridoi di trasporto europei” che integrano ferrovie, strade e corsi d’acqua. Le 424 principali città lungo la rete Ten-T si impegnano inoltre a sviluppare piani di mobilità urbana sostenibile per promuovere la mobilità a emissioni zero e aumentare o migliorare i trasporti pubblici e le infrastrutture per i pedoni e i ciclisti.

Il Porto di Civitavecchia può dunque diventare un nodo metropolitano nello sviluppo della rete commerciale, industriale e infrastrutturale dell’Italia centrale. La ristrutturazione del terminal ferroviario e della rete stradale regionale per lo sviluppo della catena logistica intermodale, delle attività portuali industriali, delle relazioni commerciali con l’aeroporto di Fiumicino e con il settore agroalimentare romano, delle relazioni logistiche con Orte e con il terminal intermodale (strada- ferrovia) di Pomezia Santa Palomba, sono alcune delle attività pianificate e intraprese dal porto per migliorare la regionalizzazione di del sistema.

Il porto ha una sua strategia che prevede diverse attività per il miglioramento dei servizi, lo spostamento di banchine portuali e la riconfigurazione delle relazioni tra porto turistico e porto per grandi imbarcazioni. Tuttavia a tale crescita non corrisponde tuttavia una sufficiente attenzione alle aree limitrofe a quelle strettamente connesse al porto. Questo disallineamento di prospettive, l’assenza di un pensiero integrato tra diversi livelli logistici, si trasforma nel punto debole principale dei porti dell’area mediterranea. I modelli più efficienti di portualità (da Rotterdam ad Amburgo) hanno ormai adottato indirizzi di sviluppo che superano l’attenzione alla semplice attività di servizio alle operazioni di carico e scarico (merci e passeggeri) sviluppando una stretta interconnessione con i territori in cui i porti si collocano e favorendo una interconnessione con altri sistemi di trasporto. “L’intermodalità, il collegamento con la ferrovia e la sua efficienza, la capacità di trasformare l’area retroportuale in poli di innovazione e attrazione di investimenti, l’attenzione ai temi della tecnologia e della sostenibilità, sono questi gli elementi che rendono oggi un porto davvero competitivo”3

3 dal rapporto “Italian Maritime Economy, 2020

L’AREA DI STUDIO

Sulla base dei diversi indirizzi che convergono sul rinnovamento del sistema portuale l’Amministrazione Comunale si è dotata di un Piano di transizione Civitavecchia 2022-26 che contiene le linee strategiche per lo sviluppo economico territoriale incentrato sulla transizione ecologica. “Il piano affronta le prospettive di cambiamento del territorio nei suoi punti fondanti: polo portuale, approvvigionamento e produzione di energia, infrastrutture, ecosistema dell’innovazione, turismo e poli produttivi. I pilastri della visione strategica prospettata quali sostenibilità, sviluppo, interconnessione, resilienza e innovazione sono declinati in strategia, obiettivi, azioni e macroattivà per proporre il territorio come laboratorio di transizione economica territoriale in grado di contribuire attivamente allo sviluppo sostenibile della Regione Lazio e del paese (…). Il recupero delle aree dismesse e la programmazione di interventi di rigenerazione urbana finalizzati allo sviluppo di nuove funzioni che favoriscano l’integrazione tra porto e territorio assume in questo quadro una importanza di rilievo nazionale.

L’area di studio identificata per questa ricerca comprende l’ex complesso industriale Italcementi e le zone limitrofe. L’area di studio è compresa tra via Isonzo e la ferrovia sul perimetro del Centro Storico) a sud ovest, via delle Terme di Traiano a sud-est, via Gaspare Pecorelli a nord-est e via Braccianese Claudia a nord-ovest. Nell’insieme si estende su una superficie fondiaria di circa 120.000 mq.a nord-ovest. Nell’insieme si estende su una superficie fondiaria di circa 120.000 mq.

Il primo insediamento di attività produttive nell’area dell’Italcementi si registra intorno al 1890, dopo l’abbattimento della cinta muraria della città (1885) che, con l’arrivo della ferrovia, ha favorito l’espansione delle zone industriali con l’insediamento di diversi centri di produzione e fabbriche.

Dopo gli anni ’20 che la città avvia una prima fase di grande espansione raggiungendo una estensione di oltre 200ha a fronte degli 11 ha del 1866. Intorno al 1930 viene redatto un primo Piano Regolatore (il primo piano del regolatore portuale è del 1927) dove vengono inserite le zone edilizie per gli operai (città giardino Aurelia). Tra il maggio 1943 e il maggio 1944 oltre il 75% del patrimonio edilizio preesistente e delle strutture portuali è completamente e irrimediabilmente raso al suolo.

Il piano di ricostruzione di Civitavecchia dopo la guerra entra in vigore già nel 1945 e già nel 1956 la fase di riedificazione della città è ormai completata e anche il Cementificio inaugura in quegli anni (1958) il nuovo impianto del cemento bianco raggiungendo l’espansione oggi ancora visibile dopo la dismissione.

Nel 1968 viene approvato il Piano Regolatore Generale e da allora fino ad oggi la nuova urbanizzazione si è orientata prevalentemente verso due direttrici: la prima, verso l’entroterra in direzione dell’autostrada A12; la seconda ha confermato una costante espansione lungo la linea costiera e verso sud, che soprattutto negli ultimi decenni ha prodotto quasi una saldatura con il limitrofo comune di Santa Marinella. 

Il programma proposto per il progetto prevede in primo luogo la realizzazione di un sistema di connessioni paesaggistiche che permettano di far affacciare gli insediamenti esistenti e previsti su un parco urbano di dimensioni superiori agli 80.000 mq.

A questa indicazione programmatica di valorizzazione ambientale si collegano due scelte di indirizzo:

  • La volontà di mantenere le giaciture e le sagome degli attuali edifici del complesso industriale al fine di ridurre il consumo di suolo e di valorizzare l’identità della preesistenza di archeologia industriale sia nell’impianto urbano sia nella memoria dell’immagine architettonica del nucleo principale del nuovo complesso edilizio (che si approfondirà successivamente per quanto riguarda le modalità e gli indirizzi);
  • la necessità di riconfigurare ampie parti dell’edificato esistente che insiste sul perimetro dell’area industriale densificando i margini dei tessiti esistenti, riconfigurando i sistemi di viabilità locale, integrando funzioni e servizi oggi assenti e riconnettendo tali aree al sistema urbano consolidato.

Alcuni primi interventi programmate per il recupero delle aree limitrofe area possono essere identificati nell’adeguamento di alcune previsioni sono identificabili in:

  • la realizzazione di nuovi spazi di logistica connessi alle politiche portuali nell’area di Fiumaretta per la realizzazione di una piattaforma logistica portuale destinata allo sviluppo del trasporto di prodotti alimentari (Piattaforma Logistica Agroalimentare). Il progetto è inserito in un protocollo per la realizzazione di un progetto da 35 milioni di euro, a valere sui fondi MIT per le infrastrutture ad alto rendimento (FIAR), MIT, MIT Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, Comune di Civitavecchia, Autorità portuale del mar Tirreno centro settentrionale (progetto finanziato da fondi MIT per le infrastrutture ad alto rendimento, FIAR);
  • la realizzazione di un asse viario per migliorare i collegamenti con il porto e per la riqualificazione dell’“ex Cementificio Italcementi”, dismesso ormai da decenni, che in questo modo verrà restituito alla La realizzazione del nuovo asse stradale realizza un nuovo collegamento con l’Autostrada A12 e attraversa in parte l’area oggetto di studio. Quest’ultimo collegamento dovrà essere integrato nella fase di pianificazione attuativa nel nuovo masterplan individuando le migliori modalità per ridurre gli impatti ambientali per l’area in fase di stesura del progetto dell’asse stradale le prime valutazioni per la fattibilità del completamento della copertura del vallo ferroviario, con la conseguente realizzazione di una copertura verde/parco lineare di collegamento est-ovest, nel tratto adiacente l’area ex Italcementi al fine di mitigare gli impatti e riconnettere attraverso percorsi di mobilità dolce dedicati a pedoni e ciclisti l’area riqualificata alla città in continuità con i tessuti Nelle aree edificate limitrofe alla ferrovia dovranno essere promossi specifici piani di recupero mirati a favorire lo sviluppo di attività compatibili per la riconnessione con i tessuti del centro storico.

ANALISI CARTOGRAFICA
Storia della città e del compendio Italcementi

(estratto da: Currà E. et al Patrimonio Industriale, Rivista APAI, n 17.18, 2017)

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